L’altro giorno a scuola (insegno in un liceo vicino a Milano) un ragazzo di terza linguistico è riuscito a sorprendermi ancora una volta. Parlando della struttura urbanistica delle città medievali ero approdato al castrum romano come archetipo di tanti nuclei urbani; descrivendo la struttura ortogonale delle vie avevo citato “cardo” e “decumano”; e infine, pensando di fare cosa facile e comoda, ho chiesto fiduciosamente a ragazzino in prima fila: “Quale parola italiana deriva dal latino ‘cardo’ o comunque rimanda a questa parola?” Lo sventurato… non rispose, entrando in apnea. Allora, dal momento che siede vicino alla porta dell’aula, mi sono avvicinato agli stipiti e ho indicato i cardini: “Come si chiamano questi?”
E fu così che venni a scoprire che il mio studente (ma in realtà nessuno nella classe) aveva idea di come si chiama il perno su cui ruotano le nostre porte, da millenni.
Questa sconfitta si mette in coda, buona ultima arrivata, con una serie, di cui ho perso il conto, di parole la cui conoscenza do per scontata e che quindi uso nelle mie lezione con spensierata incoscienza, salvo poi scoprire al momento dell’interrogazione che tali termini sono nella mente dei ragazzi che ho davanti altrettanti buchi neri.
Solo per elencarne qualcuno, andando a memoria, “destriero”, “drenare”, “nicchia”. “profilo”….
Sicuramente i colleghi delle superiori hanno una infinità di aneddoti simili da raccontare.
Sono andato a controllare nel Vocabolario di base di De Mauro (lo trovate on line qui): effettivamente queste parole non ci sono (per amore di completezza e precisione, c’è però cardinale).
Io vi chiedo, amici e colleghi: le parole che ho elencato sono o non sono parole che uno studente delle superiori dovrebbe conoscere?
Io ritengo di si. E ritengo anche che facciano parte di un bagaglio di CONOSCENZE indispensabili per qualsiasi applicazione di COMPETENZE.
E se è così (scusate la domanda leninista): che fare?
Io mi sono inventato questo:
- faccio iscrivere i ragazzi di terza alla newsletter Unaparolaalgiorno
- per i primi tre mesi di terza faccio fare il Bartezzaghi sulla Settimana Enigmistica
- usando MOODLE faccio creare dai ragazzi dei glossary (il punto infatti non sono le parole che IO penso che debbano sapere, ma quali sono le parole che LORO non conoscono).
Qualche altra idea?
PS: per favore non ditemi: falli leggere. Certo, già fatto, sia per i libri sia per i quotidiani. Risultati (mediamente) scadenti se non c’è il vincolo dell’interrogazione, ovvero: ben pochi leggono, o confessano di leggere.
PS 2: aggiungo questa osservazione senza note polemiche. Cercando l’immagine su Midjourney ho digitato semplicemente: “gut writing crosswords”. Escludendo i fumetti, la stragrande maggioranza dei ragazzi raffigurati erano asiatici. Capita anche a voi?